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I disturbi ossessivi e compulsivi sono una classe di problemi piuttosto ampia e possono manifestarsi sia a livello di pensiero (ossessioni) o includere anche comportamenti ritualizzati e ripetitivi (compulsioni). Nonostante in alcuni manuali diagnostici rientrano nella medesima categoria patologica i pazienti ossessivi e ossessivi compulsivi sono molto differenti: la persona con ossessioni non ha uno strumento ben definito per tenere a bada l’ansia, se non il tentativo di controllare; invece l’individuo con delle compulsioni ha delle strategie ben definite per gestire la realtà.
Ruminazione Ossessiva
Chi soffre di ruminazione ossessiva è generalmente una persona iperstressata, che pensa tutto il tempo senza che la sua testa si fermi mai, è quindi affetta da un logorio interiore. Inoltre vorrebbe che tutto fosse perfetto e vive nella paura di sbagliare.
Come si mantiene il problema?
- La persona tenta di mantenere un controllo costante, estenuante ed assoluto su tutto. Questa lotta può condurre ad una perdita di controllo o ad una forte inflessibilità e stress costante.
- Tentare di scacciare le preoccupazioni o di trovarvi una soluzione. Tentare di prevedere e pianificare il futuro nei minimi dettagli è molto comune nella rimuginazione ossessiva, e fa si che la persona ne risulti ancor più bloccata.
Ossessioni Aggressive
Questa problematica è piuttosto invasiva in quanto la persona vive nel terrore di perdere il controllo e fare del male a se stessa e/o agli altri. La paura scaturisce da pensieri intrusivi e da sensazioni aggressive che scatenano un dubbio: “se l’ho pensato, potrei farlo”. Questi timori ovviamente sono infondati per cause neurologiche, culturali e psicologiche, ma l’individuo ne è comunque fortemente preoccupato. Ad esempio se una persona ha timore di uccidersi ogniqualvolta vedrà un coltello, una forchetta o si affaccerà dal terrazzo sentirà l’impulso mentale di farsi male.
Come si mantiene il problema?
- Precauzioni ed evitamenti. Prendere precauzioni ed evitamenti come non toccare coltelli, non guardare film “violenti” o non frequentare certi posti (esempio cavalcavia o ponti), contribuiscono a rendere la paura sempre più reale e a creare un pericoloso circolo vizioso.
- Scacciare i pensieri. Come per gli attacchi di panico più uno evita la paura, più questa diventa forte e spaventosa.
Una variante delle ossessioni aggressive è l’inquisitore interno, in tal caso la persona sente una “vocina” che costantemente la svaluta e la denigra, come: “tu non vali niente”, “perché lo fai, tanto sbagli”, “sei brutta”
Dubbio Patologico
La persona è tormentata da dubbi e domande interiori a cui vuole dare una risposta e crede che con un buon ragionamento si possa trovare la soluzione al dilemma, ad esempio: la amo o non la amo?, sono etero o omosessuale?, qual è il senso della vita?, è meglio che intraprenda questo lavoro o un altro?
Come si mantiene il problema?
- Più l’individuo vuole trovare una risposta ai suoi dilemmi interiori, più si perde in un labirinto di domande senza soluzioni.
Dismorfofobia
La persona affetta da dismorfofobia vive con la credenza e l’ossessione di avere dei difetti estetici di cui vergognarsi, ad esempio: la bocca è troppo piccola, il naso è troppo lungo, i piedi sono troppo grossi.
Come si mantiene il problema?
- Nascondere il proprio difetto fisico. La persona più evita altre persone, più nasconde quel particolare del proprio corpo, più conferma a se stessa che è imperfetta e brutta alla vista. Ad esempio la donna che si vergogna delle proprie gambe ed evita di usare pantaloni, minigonne o mettersi in bikini per paura che gli altri si rendano conto della sua debolezza
- Cercare una soluzione. È molto comune che coloro che soffrano di dismorfofobia pensano spesso a come correggere il difetto, e spesso ricorrono in modo reiterato e spregiudicato (con il consenso dei chirurgi estetici) alla chirurgia plastica, con il risultato che più “aggiustano” il proprio corpo, più trovano imperfezioni.
Ossessivo Compulsivo
Il disturbo ossessivo compulsivo è una sindrome particolarmente complessa nella quale la persona si sente in dovere di attuare dei comportamenti ritualizzati per proteggersi da timori interiori. Ne consegue che le compulsioni forniscono un illusione di controllo e nello specifico hanno tre funzioni.
- Preventivi: il rituale ha una base razionale e aiuta la persona a gestire il futuro, ad esempio colui che controlla 5/6 volte il gas prima di uscire per evitare che la casa possa esplodere
- Propiziatori: il rituale ha una componente magica e serve a propiziare un evento, ad esempio se gli oggetti della camera da letto non sono disposti con un determinato ordine la giornata potrebbe essere terribile.
- Riparatori: il rituale aiuta la persona a lenire o a riparare qualcosa che è accaduto nel passato, ad esempio colei che si fa una doccia di 40-50 minuti ogni volta che rientra in casa.
Come si mantiene il problema?
- La compulsione. Eseguire le compulsioni da soli o nei casi più gravi con l’aiuto di qualcuno è un ottimo modo per stare peggio, perché questo rafforza la credenza che il rituale è funzionale alla persona.
Compulsioni Basate sul Piacere
Le compulsioni basate sul piacere sono una variante a se del disturbo ossessivo compulsivo, il rituale ha la funzione di procurare del piacere e talvolta di sedare stati di malessere, ad esempio: chi fa shopping compulsivo, chi rovina il patrimonio famigliare giocando alle slot machine, chi si strappa i capelli.
Come si mantiene il problema?
- La compulsione. Ogni volta che la persona esegue la compulsione la credenza che questa sia uno strumento di piacere aumenta e il rituale diventa sempre più travolgente
Tic
I tic sono comportamenti stereotipati e ripetitivi simili a compulsioni di cui la persona non può fare a meno di mettere in pratica e si possono sviluppare sia a livello verbale (ad esempio insultando) oppure non verbale (come sbattere le palpebre ogniqualvolta si vede un individuo). Qualora i Tic non abbiano un’origine biologica possono essere curabili attraverso una buona psicoterapia.
Come si mantiene il problema?
- Il tentativo di reprimere un tic o di gestirlo provocherà l’effetto opposto: perderne il controllo.